Ordinanza rifiuti, i sindaci di Stefanaconi e Filogaso contro Santelli: “In Calabria potrebbe scoppiare un’altra bomba ecologica”

«Non vorremmo che nell'ordinanza sulla gestione dei rifiuti, emessa dalla presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, vi sia stata l'intromissione di qualche manina che - facendo leva sul periodo emergenziale - mira a perseguire obiettivi occulti, quale quello di realizzare la discarica di Sant'Onofrio prima dell'impianto di trattamento. Se così fosse, la provincia di Vibo Valentia diverrebbe la pattumiera della Calabria e un'altra bomba ecologica scoppierebbe sulla nostra regione». Non usano mezzi termini i sindaci di Stefanaconi, Salvatore Solano e di Filogaso, Massimo Trimmeliti, nel commentare le prescrizioni contenute nell'ordinanza del presidente della Regione Calabria (la numero 45 del 20 maggio 2020) che, per quanto riguarda l'Ambito territoriale ottimale di Vibo, ordina di: "pubblicare, entro 20 giorni, la gara per la progettazione dell'impianto previsto nella vigente pianificazione regionale con annessa discarica di servizio, da realizzare nel Comune di Sant'Onofrio, sito individuato dalla stessa comunità d'Ambito".

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Solano e Trimmeliti, nell'analizzare l'ordinanza, rilevano quindi «una contraddizione degli intenti politico-amministrativi», in quanto nel dispositivo viene evidenziato, inoltre, che occorre: "disporre di ulteriori volumi per garantire l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti prodotti dalla rete degli impianti regionali, sino al raggiungimento dell'obiettivo discarica zero, in attuazione dei principi dell'economia circolare, per un uso efficiente delle risorse, preservando il territorio calabrese, valorizzando le filiere del riciclo, minimizzando gli impatti ambientali e il consumo di risorse naturali".

I primi cittadini di Stefanaconi e Filogaso ribadiscono, poi, che «il sito dove si intende far sorgere la discarica - indicato dal Comune di Sant'Onofrio e votato dall'Ato 4 di Vibo - non è idoneo, poiché presenta diversi vincoli escludenti, indicati tra l'altro nello stesso Piano regionale dei rifiuti. Inoltre, la stessa Ato di Vibo - riunitasi sotto la presidenza di Maria Limardo - aveva disposto, attraverso un atto ufficiale, l'opportunità di far eseguire uno studio tecnico di fattibilità».

Al riguardo, i due primi cittadini continuano, con fermezza, a contestare «le procedure amministrative poco trasparenti seguite dall'Ato di Vibo che hanno portato all'individuazione del sito di Sant'Onofrio», tra le quali ricordano «la mancata specificazione delle particelle catastali, ai fini dell'individuazione dell'area precisa dove collocare sia l'impianto di trattamento che la discarica, nonché l'anomalia dei sopralluoghi e delle ispezioni, effettuati su terreni diversi rispetto a quelli designati nel primo deliberato».

Solano e Trimmeliti, evidenziano, quindi che «al loro fianco in questa lotta per la salvaguardia ambientale del territorio si sia unito - in rappresentanza della propria comunità - anche il sindaco di Pizzoni, Vincenzo Caruso e che altri primi cittadini del Vibonese stanno riflettendo su come determinarsi, visto che la questione assume contorni sempre meno chiari».

In conclusione, affermano, risoluti, i due sindaci: «Facendoci portatori della volontà anche delle centinaia di persone che hanno aderito al comitato popolare "No discarica", riteniamo opportuno che la Regione Calabria, presieduta dall'onorevole Jole Santelli, e l'Ato 4 di Vibo Valentia, presieduto dal sindaco, Maria Limardo, si soffermino ad analizzare, in maniera adeguata e con la dovuta attenzione, l'impatto ambientale devastante che la discarica di Sant'Onofrio potrebbe avere sul territorio (tra i più pericolosi quello che investirebbe il sistema idrico attinente alle falde acquifere) e valutino, quindi, l'avvio di un iter amministrativo che privilegi canoni di efficacia, economicità e trasparenza ed eviti ingenti danni erariali. Danni che la nostra Calabria, se vuol davvero cambiare rotta, non può più permettersi».