“Mi ha chiamato compare Sandro…”: il bacino elettorale di Nicolò sull’asse Libri-Serraino

nicoloalessandroildispaccio13giu 500di Claudio Cordova - Per i suoi rapporti con la cosca Libri, l'ex consigliere regionale ed esponente di Fratelli d'Italia, Alessandro Nicolò, è già finito in carcere e presto sarà a processo nell'ambito dell'inchiesta "Libro Nero". Oggi, sulla vicinanza dell'esponente politico ad ambienti di 'ndrangheta, arrivano elementi dall'indagine "Pedigree", con cui la Dda di Reggio Calabria ha colpito la cosca Serraino.

A pesare sono i rapporti tra Nicolò e due soggetti, Domenico Morabito e Domenico Sconti, storico affiliato al clan "della montagna".

Siamo nel novembre 2014, a pochi giorni dal voto per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria. E' Morabito a interloquire con Nicolò: il rapporto tra i due è di estrema confidenza, tanto che primo appellava "compare" il deputato regionale. Quest'ultimo manifesta insoddisfazione per le modalità con cui Morabito stava gestendo la campagna elettorale in suo favore e lo sollecitava a coinvolgere l'intera "famiglia" ai fini della ricerca di voti [NICOLO': compare non stai facendo niente per questa campagna elettorale, non ti stai impegnando (...) non ti stai impegnando, io te lo dico, vedi un attimo nella famiglia tutti quanti, però]. Morabito tranquillizzava l'interlocutore, assicurandogli il proprio appoggio [MORABITO: stai tranquillo] e, in riconvenzionale, gli preannunciava la visita presso la sua segreteria di un tale "dottore", raccomandogli un efficace intervento per la risoluzione di problematiche non esplicitate [MORABITO: vedi che sta venendo Nico con il dottore.(...) ascoltami Sandro, lui sta venendo al Matteotti(...) però ti raccomando NICOLO': non ti preoccupare stai tranquillo ciao ciao].

"Nico" è Domenico Imbalzano, mentre il dottore è il medico Francesco Cellini, "dominus" della clinica "Nova Salus" di Villa San Giovanni, socio di fatto di Morabito e già imputato per concorso esterno in associazione mafiosa con la cosca Bertuca.

A distanza di due giorni, Morabito invia un messaggio sms a Domenico (Mimì) Sconti, avvisandolo che Nicolò (ovvero il "compare Sandro") aveva esigenza di incontrarlo ["... mi ha chiamato mio compare Sandro ha detto che vuole un incontro urgentemente con voi!"].

--banner--

Nella telefonata del 15 novembre 2014, il politico si era ovviamente guardato bene dal menzionare espressamente il pregiudicato Domenico Sconti alludendo soltanto alla necessità che Morabito coinvolgesse nella campagna elettorale tutta "la famiglia" ["...vedi un attimo nella famiglia tutti quanti"]. Morabito, tuttavia, cogliendo l'allusione del politico, aveva compreso la necessità di chiamare in causa Sconti, il quale è personaggio di spessore della cosca Serraino, responsabile delle attività associative nella zona aspromontana, già condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso e genero di don Ciccio Serraino (storico "boss della montagna") per averne sposato la figlia Annunziata. Lo stesso Sconti, il giorno successivo, telefona a Morabito e si dice disponibile ad incontrare Sandro Nicolò nel luogo indicato da quest'ultimo [SCONTI: niente, leggevo quel messaggio di ieri sera MORABITO: si si, vi voleva vedere Sandro. SCONTI: eh! e dove devo andare io? MORABITO: ora vi faccio sapere subito, aspettate]:

Per gli inquirenti, dunque, Morabito,, interpellato in merito all'imminente campagna elettorale, si rivolge senza ritardo a Sconti, quale referente del locale di San Sperato per conto della cosca dominante Serraino. All'indomani della consultazione elettorale, il 24 novembre 2014, Domenico Morabito e Nico Imbalzano commentano con un pizzico di delusione i risultati. Alessandro Nicolò, infatti, risulta tra gli eletti, ma con un numero di preferenze inferiore alle aspettative [MORABITO: ma sempre il primo è arrivato lui IMBALZANO: qua a Reggio si assolutamente lui entra MORABITO: ah ah IMBALZANO: ci mancava pure... solo che si aspettava molto di più...]. È significativo che Morabito chiedesse dettagli sulle preferenze ottenute dal politico nelle varie zone della città, nella speranza che nel suo quartiere di riferimento (ovvero nell'area controllata dalla cosca Serraino) non si fosse registrata la temuta perdita di voti [MORABITO: ma... dico io.. dove è stato giocato? IMBALZANO: bho MORABITO: uhm in quale zona, và? come ti devo dire? IMBALZANO: non lo so. devo ...inc.le.... devo vedere.].

Nei mesi successivi, si registrano ulteriori contatti telefonici, nel corso dei quali Morabito manifesta un certo risentimento, in quanto Nicolò, nonostante l'intervenuta elezione, tardava a rispettare gli impegni assunti con il dott. "Franco" Cellini e con "Mimì" Sconti. Il 23 febbraio 2015, Domenico Morabito chiama Nico Imbalzano perché ha necessità di parlare con Nicolò in quanto dopo le elezioni non ha mantenuto gli impegni assunti a favore del dottore Cellini: "senti una cosa Nico." ... "eee ho bisogno urgente di Sandro, perché non è che può scherzare il dottore così." ... "si ma gli dici ha detto Mimmo gli dici che lo può ricevere ed è finito il film..non è che questo qua...". Imbalzano nel corso della conversazione conferma il venire meno agli impegni assunti dall'onorevole in parola verosimilmente durante il periodo di elezioni che lo vedevano candidato a Presidente della Regione Calabria: ascoltami, ascoltami, facciamo così domani mattina io sono con..dovrei essere con Francesca De Leonardis109 la la segretaria" ... "allora, asco...sul 334 mi sembra di si...perché io già...senza mi dicessi niente tu.. è già due settimane, prima era a Roma poi mi ha chiesto lei gentilmente in questa settimana perché doveva tornare a Roma che c'erano problemi, quindi domani mattina siccome io la vedo sono in grado di dirti va bene oppure chiamalo tu vedi un pochettino perché se no io lo manderei a quel paese poi a un certo punto, perché sia con Mimì che con che con Franco non sta mantenendo almeno quanto meno l'impegno di poterlo vedere per sapere che cosa si fa".

Intercettazioni che confermerebbero quanto dichiarato fino a pochi mesi fa dal collaboratore di giustizia Pino Liuzzo, , il quale ha indicato Nicolò tra i politici favoriti da Sconti nel corso delle campagne elettorali: Aveva un ruolo apicale nella cosca Serraino, insieme ai fratelli. Me lo presentò Nino Rodà, io già lo conoscevo come espressione della cosca. Mico Sconti ha raccolto voti per Matacena, Scopelliti, per Alberto Sarra, per Alessandro Nicolò

Inoltre essi costituiscono una conferma alle altre dichiarazioni di Liuzzo concernenti i rapporti stretti tra Domenico Morabito e il dott. Cellini, titolare della clinica "Nova Salus" di Villa San Giovanni, il quale ha agevolato numerose cosche mafiose consentendo ad esponenti apicali di ricoverarsi presso la sua clinica per ottenere benefici penitenziari: "Avevo conosciuto, molti anni fa, in modo superficiale, il dott. Cellini quando – insieme a Giuseppe Aquila – appoggiavamo l'on. Matacena per una delle campagne elettorali da questi affrontata. Nel 2007 seppi che Alberto Sarra doveva entrare in società nella clinica. Sia io che Morabito avevamo un rapporto stretto con Alberto Sarra (lui aveva assunto mia sorella nella farmacia della sua famiglia ed aveva aiutato mio cognato che intendeva esibirsi come cantante lirico). Furono Sarra e Morabito a parlarmi dell'interessamento dello stesso Sarra per la clinica di Cellini. Anche Cellini mi confermò questa circostanza. Cellini auspicava di ottenere un prestito (un mutuo o comunque un finanziamento) e Sarra lo raccomandò per farglielo ottenere. Ci fu un periodo in cui Morabito e Sarra gestivano la clinica, anche se amministratore era sempre il Cellini Il dott. Cellini era appoggiato dalla famiglia Tegano (aveva anche un "San Giovanni" con una parente dei Tegano). Il dott. Cellini era rispettato dalla maggior parte delle famiglie di ndrangheta. Cellini aveva un ottimo rapporto con Domenico Sconti, detto Mimì, genero di Ciccio Serraino Il dott. Cellini è stato sempre un punto di riferimento per le famiglie di 'ndrangheta, specialmente per gli Arcoti. Già Giuseppe Aquila (cugino dei Rosmini e intraneo alla famiglia Rosmini) me ne aveva parlato molti anni addietro (metà anni 90). Successivamente me lo confermò Morabito".