Cgil: “Colpo di spugna in commissione bilancio, favoriscono caporali e imprese scorrette”

"Delusione ed amarezza", di fronte alla triste decisione presa oggi in Commissione Bilancio alla Camera. Un atto che ha portato alla cancellazione dell'articolo del Decreto Rilancio che prevedeva che la proroga dei Durc, validi al 31 gennaio per via del lockdown non andasse oltre il 15 giugno.

" Rinviare ulteriormente la validità del Durc, che attesta il corretto versamento dei contributi da parte delle aziende, è un colpo di spugna sui diritti dei lavoratori ed un regalo per caporali e imprese scorrette".

Lo dichiarano i Segretari Generali della CGIL Reggio Calabria Locri, Gregorio Pititto, CGIL Gioia Tauro Celeste Logiacco, I Segretari della Fillea Reggio Calabria e di Gioia Tauro, Endrio Minervino e Simone Celebre.

"L'abolizione del comma 1 dell'articolo 81 del Decreto Rilancio", proposta da due deputati del Movimento 5 Stelle, Donno e Faro, "era stato richiesto dalle parti sociali dell'edilizia al Governo, ed era oggetto di un'intesa raggiunta ad aprile con i ministri del Lavoro, Catalfo, e delle Infrastrutture, De Micheli".

"Con questo provvedimento vi saranno conseguenze pesanti, paradossali e pericolose: un'impresa edile, infatti, risulta regolare e può lavorare fino a fine anno senza pagare i contributi Inps, Inail e gli accantonamenti in Cassa edile (ferie, permessi, ratei di tredicesima). Può addirittura tenere i lavoratori in nero ma partecipare ad appalti pubblici e beneficiare di incentivi. Un'azienda che nasce oggi, invece, potrebbe lavorare senza aver mai pagato un contributo e risultare regolare, al pari di chi invece fa impresa seriamente pagando i lavoratori e rispettando leggi e contratti. Altro che lotta al lavoro nero, altro che lotta all'illegalità, alle mafie e alla criminalità."

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"Il voto, tra l'altro, smentisce il Presidente Conte "che durante gli Stati generali dell'economia – rammentano i segretari - si era impegnato con i sindacati per un rafforzamento del Durc e degli strumenti di contrasto al lavoro nero. Chi pagherà le conseguenze di questo colpo di spugna saranno i lavoratori dell'edilizia e le tante imprese serie, e la maggioranza si assume una responsabilità gravissima. Per questo – concludono i sindacati dell'edilizia - chiediamo al Governo di rispettare gli impegni presi e al Parlamento di rimediare alla scelta sciagurata appena compiuta. In caso contrario come Sindacato faremo sentire la nostra protesta in tutte le sedi e nelle piazze". "Delusione ed amarezza", di fronte alla triste decisione presa oggi in Commissione Bilancio alla Camera. Un atto che ha portato alla cancellazione dell'articolo del Decreto Rilancio che prevedeva che la proroga dei Durc, validi al 31 gennaio per via del lockdown non andasse oltre il 15 giugno.

" Rinviare ulteriormente la validità del Durc, che attesta il corretto versamento dei contributi da parte delle aziende, è un colpo di spugna sui diritti dei lavoratori ed un regalo per caporali e imprese scorrette".

Lo dichiarano i Segretari Generali della CGIL Reggio Calabria Locri, Gregorio Pititto, CGIL Gioia Tauro Celeste Logiacco, I Segretari della Fillea Reggio Calabria e di Gioia Tauro.

"L'abolizione del comma 1 dell'articolo 81 del Decreto Rilancio", proposta da due deputati del Movimento 5 Stelle, Donno e Faro, "era stato richiesto dalle parti sociali dell'edilizia al Governo, ed era oggetto di un'intesa raggiunta ad aprile con i ministri del Lavoro, Catalfo, e delle Infrastrutture, De Micheli".

"Con questo provvedimento vi saranno conseguenze pesanti, paradossali e pericolose: un'impresa edile, infatti, risulta regolare e può lavorare fino a fine anno senza pagare i contributi Inps, Inail e gli accantonamenti in Cassa edile (ferie, permessi, ratei di tredicesima). Può addirittura tenere i lavoratori in nero ma partecipare ad appalti pubblici e beneficiare di incentivi. Un'azienda che nasce oggi, invece, potrebbe lavorare senza aver mai pagato un contributo e risultare regolare, al pari di chi invece fa impresa seriamente pagando i lavoratori e rispettando leggi e contratti. Altro che lotta al lavoro nero, altro che lotta all'illegalità, alle mafie e alla criminalità."

"Il voto, tra l'altro, smentisce il Presidente Conte "che durante gli Stati generali dell'economia – rammentano i segretari - si era impegnato con i sindacati per un rafforzamento del Durc e degli strumenti di contrasto al lavoro nero. Chi pagherà le conseguenze di questo colpo di spugna saranno i lavoratori dell'edilizia e le tante imprese serie, e la maggioranza si assume una responsabilità gravissima. Per questo – concludono i sindacati dell'edilizia - chiediamo al Governo di rispettare gli impegni presi e al Parlamento di rimediare alla scelta sciagurata appena compiuta. In caso contrario come Sindacato faremo sentire la nostra protesta in tutte le sedi e nelle piazze".