I comuni di Isola Capo Rizzuto e Crosia confluiscono nel Comitato Magna Graecia

Confluiscono di diritto nel Comitato Magna Graecia anche i sindaci di Isola Capo Rizzuto e Crosia Maria Grazia Vittimberga e Antonio Russo. Continuano gli incontri telematici del movimento civico volto a sensibilizzare sull'idea dell'istituzione della provincia Magna Graecia, con due capoluoghi (a nord Corigliano Rossano, a sud Crotone) e, soprattutto, a saldo zero per lo Stato.

Tale convergenza è stata manifestata nel corso della diretta Facebook sul canale Magna Graecia. Nel precedente appuntamento hanno dato assenso alla proposta i parlamentari Barbuto e Sapia.

Diversi gli argomenti che hanno animato la diretta. Dal disegno, di matrice centralista sulle opere infrastrutturali tesa a isolare l'arco jonico, all'inspiegabile e scriteriata sproporzione, demografica e territoriale, tra la provincia di Cosenza e quella di Crotone. Dal blocco ai lavori dell'elettrificazione del tronco Sibari-Corigliano, operato da Mibact (ministero beni culturali), allo squilibrio in termini di servizi e mobilità tra la linea Jonica e quella Tirrenica.

Il sindaco Vittimberga ha palesato le problematiche che oggi vivono le municipalità per la mancanza di un rapporto di rete intercomunale nei servizi; la necessità di aprire il territorio a quelle che sono le vocazioni dello stesso, inverando pertanto le potenzialità delle aree vaste. Si è soffermata, anche, sulla crisi post covid che potrebbe riverberare effetti nefasti nelle già provate economie joniche, che basano i propri introiti soprattutto sui servizi turistici. Ha puntato il dito verso i centralismi storici della Regione, seppur non abbia esentato da colpe, una classe politica jonica che ha comunque permesso una graduale e costante spoliazione dei servizi lungo tutta l'area; esortando le popolazioni a svegliarsi, riprendere in mano il proprio destino e costruire fattivamente e con spirito collaborativo un futuro diverso da quanto visto negli ultimi decenni.

Il sindaco Russo ha confermato la necessità di consolidare un rapporto tra l'area sibarita e del crotoniate, soprattutto in funzione della nascita della nuova città di Corigliano Rossano, che acquisisce il ruolo di baricentricità all'area sibarita. Ha altresì posto l'accento sulla necessità di invertire una linea di tendenza che, storicamente, giunti a Sibari, vira verso l'entroterra, decretando di fatto la morte dell'asse Sibari-Crotone. Ha posto l'accento sui disegni infrastrutturali perpetrati negli anni e perpetuati ad oggi, che vedono l'arco Jonico come assoluto soccombente, invitando ad un cambio di rotta che tagli col passato, facendo quindi uscire lo Jonio da quella condizione di periferia nella quale è piombato.

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Fari puntati, infine, sui nuclei urbani di Crotone e Corigliano Rossano, con le rispettive comunità dirimpettaie, vivere una condizione di disagio anche per quanto riguarda l'indotto derivante dal gettito statale verso gli assunti in ambito amministrativo. Entrambe le città hanno un numero di dipendenti pubblici sette volte inferiore rispetto a città come Catanzaro e circa cinque volte inferiore rispetto a Cosenza, le stesse vengono finanche superate dalla città di Castrovillari, demograficamente comparabile ad un loro quartiere.

Entrambi gli amministratori hanno valutato ed apprezzato la bontà dell'idea progettuale che il Comitato si propone, sposandone la nobile causa e invitando ad una sensibilizzazione ancor più capillare ed un sempre costante coinvolgimento degli attori istituzionali dell'area Jonico-Silana.